Qualcosa, in qualche momento.

Per tutti quelli che, fermandosi a contemplare il tramonto per quei cinque minuti da quando il sole inizia a toccare l'acqua a quando scompare completamente, sono riusciti, anche solo che per un attimo, a sentire il ribollire del mare all'orizzonte.
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martedì 28 febbraio 2006

Linux


"...Dopo aver dato fuoco sotto alla caffettiera, accese il computer.
La prima schermata domandava quale sistema operativo si volesse usare, Linux oppure Windows.
Il primo lo aveva creato a sua immagine e somiglianza, appena installato era spoglio e un po’ sterile, ma dopo qualche download e qualche correzione al codice sorgente, era diventato un sistema perfetto. Mentre il secondo era un po’ più pratico e più lesto nell’avviarsi.
Pensandoci bene, però, quella era una serata da Linux.
Louis ricordò con un sorriso quando Elena storceva il naso ogni volta che vedeva pinguini aggirarsi per lo schermo del computer.
Non capiva la bellezza di quel sistema operativo: -Ma cosa te ne fai di un sistema che per farlo funzionare devi spenderci più tempo che ad usarlo realmente?-
Linux riportava Louis a quel periodo sul finire degli anni settanta, quando i sistemi operativi erano tutti un lavoro in corso, quando il computer non era ancora un oggetto da arredo, ma era qualcosa di molto empirico da tenere negli angoli più nascosti della casa.
Lui era un appassionato di programmazione fino da allora e quando negli anni novanta vide nascere questo sistema operativo completamente gratuito e libero di essere riprogrammato a piacere, senza vincoli di licenze e di diritti di copia, bè non poté far altro che diventarne uno dei programmatori, ovviamente a tempo perso come quasi tutti gli altri sostenitori di Linux, ma con una grande passione."

Io non sono un programmatore, le mie passioni hanno il brutto vizio di terminare quando mi hanno dimostrato che potrei farcela benissimo a fare una cosa, ma.. "meglio non andare oltre, ho da dimostrarti qualcos'altro!" ..Ho piu' uno spirito da pioniere che da scienziato!
Il computer però, è uno dei tanti "ritorni" della mia vita.
...Ricordo il primo Vic20 di quando avevo 8 anni, probabilmente sono stato uno dei primi a comprarlo, qui nel mio paese.
Con quel computer, assieme a mio fratello e soprattutto a mio padre, abbiamo imparato a programmare (in Basic) ..e abbiamo capito quanto il distacco tra un essere umano "normale" ed uno che progetta apparati elettronici sia veramente abissale.
...Abbiamo anche giocato.. a Cosmic Cruncher, a Jupiter Lander.. e a molti altri giochini.
Poi non ci è bastato piu' quel poco che potevamo fare con lui ed abbiamo comprato la Super Expander Catridge, un aumento di 3kbyte e soprattutto una serie di ROM, piene di tutte quelle delizie informatiche che permettevano di manipolare la grafica, i colori e le periferiche in genere, in modo molto piu' pratico.. CIRCLE 1,50,50,,10!! ...Che bel mondo ! :)

Poi venne il Commodore Plus4..spettacolo di ingegneria, ma non troppo compreso in casa mia e soprattutto da me. Poi il C128 che mi accompagnò per molti anni ed infine, ma ormai ero all'università, uno degli ultimi Amiga in produzione.. e da qui in poi ho iniziato a tradire la Commodore con i PC!

La passione andava e veniva, dondolando tra quella per la musica, la scrittura, quella per qualche sport e per molti altri piccoli interessi, che non sono mai riusciti a maturare.
Qualche anno fa, in uno dei momenti in cui il computer stava tornando, sentii parlare di Linux da un mio amico, non aveva neppure lui idea di cosa fosse in realtà, ma sembrava molto entusiasta di quel sistema col pinguino Tux come simbolo.

Comprai una rivista dove regalavano il disco di installazione di una delle tante "distribuzioni" o Distrò, come le chiamano gli adepti più tenaci.
Era la Madeinlinux4.0... non riuscii ad installarla per problemi di compatibilità con la scheda video!! Ma ormai ero intenzionato a installare Linux sul mio computer, in un modo o nell'altro.
Trovai quello che faceva per me in una distribuzione dal nome di cappello anni '20.. Fedora, nella sua versione alfa, quindi un po' abbozzata ma compatibile al 100% con le precedenti RedHat (cappello rosso.. ecco il richiamo di Fedora!!).
Rimasi sbalordito nel vedere come riconosceva immediatamente e senza errori tutte le periferiche e a come era facile, una volta impostata, far funzionare la rete.
Mi appassionai a quel mondo, fatto di righe di script e programmi in linguaggio C++ (anche se io, ribadisco, non sono un programmatore!).
Guardai con ammirazione quella comunità di persone che, come il creatore del sistema, Linus Torvalds, senza nessun guadagno in termini monetari, lavoravano nottetempo per creare, sviluppare e migliorare sempre più, non solo il sistema operativo, ma anche tutti quei programmi accessori che servono per ogni possibile sviluppo.. perchè anche un utente normale potesse usare quel sistema per lavorare o per svagarsi.
Queste continue migliorie hanno fatto sì che Linux, nato da un nucleo principale molto spartano e rigido, derivato dal fratello maggiore Unix, sia arrivato ad essere un sistema operativo stabile e piuttosto semplice da installare, con l'unica nota negativa di non essere preso in considerazione dai programmatori di software commerciale, soprattutto per i problemi con la sua licenza (GPL), un po' troppo libera.

Linux si è affermato, non poteva essere altrimenti. Ma nei paesi occidentali, dove la forza di propaganda dei colossi dell'informatica è riuscita a smorzare quell'idea un po' troppo sinistroide di un sistema operativo completamente libero, non riesce ad ottenere lo spazio che meriterebbe di avere.
Però sono già molti quei paesi, dove la fame di informatica è molto piu' debole di quella reale, che nelle loro strutture, nei loro posti di lavoro, hanno adottato questa forma di tecnologia un po' più umana ed aperta alle esigenze di ognuno.

Nota triste per il finale.. ho appena disinstallato un gioiello di sistema linux, Mandrake10.0, mai andato in tilt, installato su un portatile di quelli con periferiche, cosiddette, difficili, per fare spazio a musica e altre cosine del genere.. come direbbero alcuni: "Sto con gli altri!"

Lu

venerdì 24 febbraio 2006

Ferrovie & Valpolcevera


A volte mi sento come san Paolo, nel suo viaggio verso Damasco; immerso nella mia vita quotidiana, nei suoi tanti pensieri, negli intenti che mi propongo, vengo catapultato, previa folgorazione, in qualcosa di diverso, che spesso, nel mio caso, ha sapore di passato.
Diciamo subito che io, diversamente dal nostro simpatico santo, non ho mai sterminato cristiani, né tantomeno è mai apparso Gesù nei miei sogni.. ehm..d'accordo, a parte la mattina di quella equivocata apparizione in casa mia.. ma, una volta per tutte, non era lui!!
Bene.. la mia folgorazione è più che altro un riflettore, che non punta verso di me ma sapientemente accende qualche abbozzo di vecchia sensazione o, facendomi focalizzare lo sguardo su qualche particolare, illumina qualche antico ricordo disperso nella nebbia della mia memoria.

Oggi c'era uno di quei riflettori sul greto del Polcevera, nel bel mezzo della mia giornata lavorativa... e, fortunatamente, non era un autovelox!
Il suo fascio di luce mi è apparso proprio nell'intersecarsi di ponti all'altezza di Rivarolo e sfidando le leggi dello spazio-tempo ha curvato su sè stesso, ha aumentato la sua velocità per poi diminuirla di nuovo ed è andato a colpire una chiave inglese sotto un altro ponte, quello ferroviario di Campomorone, circa 28 anni fa.
La storia della chiave inglese, non ha valore in sé, non è che un ricordino, un po' come tanti altri, ma che insieme agli altri ha un suo perchè e in parte, se un battito d'ala di una farfalla agli antipodi puo' determinare il nostro futuro, questo ricordino puo' aver contribuito a far diventare il mondo quello che è oggi.

Ricordo che una sera mio zio Ninni era tornato a casa con questo oggetto in mano, io non avevo ancora ben in mente a cosa potesse servire; avevo circa 5 anni ed ogni cosa che mi si presentava agli occhi, era un qualcosa che veniva direttamente da un qualche mondo magico, che non mi era dato di conoscere.
Quella chiave, disse mio zio, l'aveva trovata proprio alla base di un pilone del ponte della ferrovia, dalla parte di Santa Marta.
Quel luogo ormai per me stava prendendo le sembianze di un varco dimensionale, era diventato il mio Shangri-la: quando mio zio mi portò a vederlo, controllai subito se, per caso, non ci fosse qualche altro oggetto lasciato da quella civiltà che magnanimamente ci aveva concesso quel primo assaggio della loro tecnologia.
Ovviamente non c'era nulla e mai più ci trovai niente di interessante, ma la base di quel pilone è rimasta nella mia testa un punto di riferimento tant'è che ogni volta che passo di li non posso fare a meno di dargli almeno un'occhiata.

Col passare degli anni il ricordo di quel pilone, nella mia testa si è riempito di molti altri simboli ed è andato a mescolarsi a quel polveroso odore di ferodo che ha accompagnato da sempre il mondo delle ferrovie e che mio padre, ogni volta che tornava a casa alla fine del turno di lavoro, portava con sé assieme alla stanchezza di una giornata di lavoro (..sui treni e a San Cipriano per costruire la casa).
I figli dei ferrovieri non possono fare a meno di avere un'idea ben precisa sul lavoro dei propri genitori. E non possono neppure non essere attratti da quel mezzo di trasporto che più di ogni altro infonde quell'idea di libertà che ognuno di noi ha cercato nella propria vita e che spesso ha trovato per la prima volta, proprio su di un treno, lasciandosi trasportare in qualche luogo sconosciuto, lontano da chiunque abbia voluto regolare le nostre vite a suo modo.

Il cerchio si chiude, il fascio luminoso è partito dall'intrico di ponti ferroviari di Rivarolo ed è tornato ai treni passando per qualche piccolo pezzetto della mia vita.
Vorrei finire facendo notare quanto la valle del Polcevera sia un grande intrico di binari e traversine e quanto sia importante il treno per la storia e il presente di questa vallata.
Le 3 linee che la solcano sono state tra le più importanti per lo sviluppo italiano del dopogerra e di sicuro gran parte del futuro della città sarà dato dall'ammodernamento delle linee delle merci e di quelle dei pendolari.
Però ammodernamento.. 3 linee ci sono già, a cosa serve una quarta?

Lu

lunedì 20 febbraio 2006

La Serenissima


Stamani ho preso in mano la tastiera del computer dell'ufficio dove lavoro, me la sono avvicinata ed ho iniziato a scrivere.
I miei pensieri avevano due direzioni.
La prima, ma con meno rimbombo nella mia testa, era quella che ha aperto la madre del ministro Calderoli quando ha avuto la malsana idea di concepirlo, mentre la seconda andava verso qualcosa di più intimo che pervadeva ogni mio senso, tanto da non avere la minima intenzione di scriverci sopra e ridurla alla misera condizione di un qualcosa di "detto" o peggio, di "scritto".

Terrò fede a questa idea e terrò fede all'idea che mi sono fatto leggendo giornali e blog vari e cioè che sul nostro (fortunatamente) ex ..ministro Calderoli è già stato detto tutto, persino quello che stavo iniziando a scrivere nella bozza del post di stamattina. Perciò, malgrado una gran voglia di riempire quell'uomo di insulti, dribblerò l'argomento.

Quindi, non mi resta che parlare di Venezia.. direi che è l'argomento giusto!

Mi è capitato di andarci in questo fine settimana di apertura del carnevale, anche l'anno scorso ero da quelle parti proprio in questo periodo, ma non pensiate che io sia un abitudinario...casualità!
Ero li con la persona con cui avrei sempre voluto essere in ogni posto che ho visto in vita mia... anche prima di conoscerla.
Ricordo alcuni anni fa a San Sebastian, nel nord della Spagna..una passeggiata per il Paseo Nuevo con i miei tre compagni di viaggio. Nella ventosa mattinata che ci aveva riservato quel ferragosto, quasi alla fine delle nostre vacanze, il mio pensiero andava già a lei.
Il vento sembrava portare da distante quell'idea.
E ancora, molti anni prima, era già con me nelle onde del mare davanti a Paraggi e nei miei passi pensierosi in una mattinata rubata alla scuola, ma per questo resa immortale nella mia memoria.

..Invece per le calli di Venezia non ho dovuto dar molto sfogo alla mia immaginazione, l'idea di quel giorno di molte estati fa e di altre mille tracce sparse nei miei ricordi, stava passeggiando realmente assieme a me, come ormai succede spesso già da molti mesi (6 proprio questo fine sett!).

Bè.. Venezia dicevo... l'abbiamo trovata con un timido sole e con una temperatura piacevole.
Lei era sempre uguale a sé stessa, con le sue gondole asimmetriche, con i suoi autobus, le sue ambulanze, i suoi taxi, che solcano l'acqua con molta più dignità rispetto ai loro analoghi gommati che avanzano per le strade asfaltate delle altre città.
I suoi palazzi, i suoi sestieri, le piazzette e le chiese, le centinaia di ponti sospesi nell'acqua dal colore smeraldo (sbiadito e opaco!..ma smeraldo) e i gondolieri con le loro canzoni "tipiche" ("Funicolì funicolà" e tutto un repertorio di canzoni napoletane!!.. chissà perchè!?).
Tutto era li, come in quelle bocce di cristallo con dentro la neve.

La mattina della domenica ci è apparsa avvolta nella nebbia, ogni elemento, palazzo o gondola che fosse, appariva come un ricordo solitario portato via dalla città, fino a che l'ascesa del sole ha tramutato in foschia il nuvolone che dimorava adagiato sulla laguna. A quel punto eravamo al Cà d'oro e il Canal Grande lo si poteva osservare fino a che non scompariva inghiottito dai palazzi.

Venezia...
...Malgrado la sua immutabilità, l'ho riscoperta più bella rispetto a 20 anni fa.. quando in terza media la vedevo per la prima volta con i miei compagni di scuola.
Allora era molto piu' sporca e più vecchia di adesso. C'erano molti più palazzi decadenti, grigi e scrostati ed alcuni traghetti erano dei cumuli di ruggine che sbuffavano nuvoloni neri di gasolio incombusto.
Devo dire che quella volta mi aveva fortemente deluso e solamente col viaggio dell'anno scorso e soprattutto con quest'ultimo, nella follia del carnevale e, forse, per il fatto di avere le persone giuste attorno (l'anno scorso uno dei miei migliori amici con sua moglie).. Venezia mi è riapparsa come era sempre stata nel mio immaginario prima di quella mia "prima volta"...questa volta ad aspettarci c'era davvero quella città che fu nominata, con tutte le ragioni del mondo, la Serenissima!

Lu

lunedì 13 febbraio 2006

Da Waterloo al Calvario

Stamattina mi sono svegliato contento!
Si! ...e ho continuato ad esserlo perchè finalmente ho avuto una visione, di quelle che solo Bernadette e pochi altri hanno avuto!
Ho visto un uomo con la croce sulle spalle, con un grande seguito di persone dietro di lui, pensavo fosse un'allucinazione del primo risveglio, ma no!..
L'immagine è durata parecchi secondi e per di più mi ha parlato!
E mi ha detto delle verità: "Io sono Gesù cristo!"
Giuro.. me lo ha detto! ..Allora non ho avuto dubbi, era proprio lui: Cristo, il nostro Salvatore!
Subito ho pensato all'opportunità di erigere un altare in quel punto della mia casa e, al limite, demolire la mia umile dimora per costruire un santuario.
Però ho avuto un po' di titubanza: Egli disse, molti anni fa, che non avrebbe voluto templi in suo onore, perciò sarebbe stato un po' irriverente nei suoi confronti. Allora mi sono solamente inginocchiato davanti a quella visione.
In pochi istanti l'immagine è cambiata, non aveva piu' una croce sulle spalle ma aveva un grande cappello e guidava un'armata.
Ma come?.. Che è successo?.. non ci stavo capendo piu' nulla!
Ho chiamato mia madre per chiederle se anche lei vedeva le stesse cose che vedevo io, e con mia sorpresa mi disse di si: le vedeva anche lei! ...Allora non ero l'unico eletto a tanto vedere!!!
L'armata proseguiva con un condottiero esultante per l'auspicio di un oracolo di cui era venuto a conoscenza pochi giorni prima: "Tu sarai il vincitore!!"
Allora il condottiero proseguiva col sorriso verso Waterloo animando i suoi cavalieri con tanto di inni e canzoni.

L'apparizione, cosi' come era arrivata, svanì e rimasi solo con una tazza di caffè-latte fumante sul tavolo.

Quasi sempre, quando capita qualche evento mistico, come quello cui ho assistito stamattina, succedono strane cose nel mondo.
Allora, alla ricerca di segnali, nel corso della giornata ho comprato un quotidiano: La Repubblica.
In prima pagina c'era la notizia di una moria di uccelli!.. cacchio! Quale segnale migliore di questo avrebbe potuto seguire un'apparizione straordinaria come quella di stamattina?
Poi.. Un oro olimpico all'Italia.. e bè, anche questo...!!
Ma.. andando nei trafiletti piccoli vedo... si, ho di nuovo la visione! Chiudo per un attimo gli occhi e li riapro, vedo scritto: "Sono Gesù Cristo" e nella foto, l'uomo che ho visto stamattina in casa mia...e aggiunge: "Sono una vittima paziente come lui!"
...Ora mi è tutto chiaro!
E' di nuovo quel burlone che ultimamente vediamo spesso apparire in molte trasmissioni: da Giurato e Vespa fino alla radio da Fiorello e, prossimamente, potrebbe anche essere l'ospite d'onore al Grande Fratello o a cucinare i Pizzoccheri alla Prova del Cuoco! (in deroga alla Par-Condicio).

Dovevo pensarci, io non sono la persona più adatta per questo genere di cose, non sarebbe mai apparso davanti a me neppure un santo di quart'ordine..
Vabbè.. dopo la delusione, mi è venuta voglia di saperne un po' di piu' sulle gesta di questo simpatico comico ..e ho letto, a tal proposito, l'articolo di Curzio Maltese, forse uno dei pezzi migliori letti ultimamente.
..Cito un Brano: "..In un paese dove la politica è considerata una cosa seria, due infortuni di queste dimensioni (..si riferisce ai falsi sondaggi!), costano milioni di voti. Ma torniamo all'Italia.."

Con questo e con un po' di disillusione (e delusione) saluto tutti!

Lu.

sabato 11 febbraio 2006

Fienili


Ho intrapreso la strada del blog per alcune idee che mi vennero qualche tempo fa, riguardo a politica e.. diciamo, costume.
Poi, è così scivoloso il divenire che molto di quello che mi sembrava doveroso scrivere, è diventato un po' vecchio e non mi è più venuta voglia di ragionarci sopra, tantomeno di scriverci su.
Prima o poi, comunque, vorrei tenere fede all'intento primordiale e assicuro che qualche parolina sull'Italia ed il mondo di oggi sarà detta, ma per oggi vi parlerò di fienili.

Stamattina c'era qualche nuvola che attorniava la Guardia, il freddo del pieno inverno è piuttosto pungente, qui nell'alto dei 225 (!) metri d'altezza, ma quando la strada curva e ti ritrovi con in faccia il sole, i suoi raggi ti solleticano le guance facendoti gustare un'anticipata primavera.
Ho pensato di fare alcune cose:

1) Mettere lo scooter a riparo, è tutto l'inverno che si prende acqua e neve, quale giornata meglio di questa (che c'è il sole) per metterlo in cantina?
2) Portare Buck a fare un giretto.

Buck è un cagnetto.. ho incontrato una mia amica per strada che lo definiva "meticcio" io lo chiamerei "bastardo": figlio di una dobermann(Blick) e un altro bastardello della zona.
Ha circa 16 anni ed esce da un periodo in cui non riusciva bene a muoversi per una zampa che trascinava. Ora sembra che stia piuttosto bene, a parte che alla fine del giretto ha vomitato l'acqua bevuta poco prima!!
Bene.. siamo arrivati poco sopra alla casa Amendola, proprio dove fino ad un po' più di 2o anni fa, c'era un allevamento di dobermann e dove (carramba!) avevamo comprato sua madre più o meno 25 anni fa.
Siamo tornati indietro.. lui annusava ogni cacca che c'era per terra ed io ogni cosa che vedevo cercavo di legarla a qualche ricordo del passato..il terrapieno che avevamo fatto per una capannetta, "u zogu de-e bigge", la valletta dei funghi neri.. Forse io e lui stavamo facendo proprio la stessa cosa: cercavamo qualche traccia che potesse dare un senso a quella passeggiata che non fosse solamente quello intrinseco della passeggiata: passeggiare (per lui zampettare).
Quasi arrivati al dritto da dove si intravvede casa mia, ho guardato giù nel vallone erboso, dove all'andata c'era uno dei "nuovi arrivati" della collina che stava spaccando legna. Adesso senza quell'elemento di disturbo, lo sguardo non ha avuto remore ad arrivare alla casa dei contadini in fondo alla conca.
...
...
Il tempo per qualche secondo è tornato indietro, ho ricordato quei prati con la neve dell'85.. li ho ricordati nelle primavere della mia vita da bambino, con l'erba alta e le primule al limite dei boschi..
Ho ricordato l'estate.. quando con i miei amici e le mie amiche facevamo il bagno nei trogoli assieme ai pesci rossi, nell'autunno quando col mio amico Fabio andavamo a cercare i funghi nel bosco proprio sopra quella casa contadina.
..Bè si.. mi è anche venuto in mente l'incidente con la bicicletta che mi ha un po' devastato la faccia nell'estate dell'84 (?.. si mi sembra!).
Nella discesa sterrata per arrivare alla casa (dove abitava anche una delle mie amiche: Annalisa), la mia forcella davanti ha pensato bene di spezzarsi in un dosso..si capirà che botta posso aver dato per terra!
...Ora qualcuno dirà: "ah una botta in testa eh!?!.. Ho capito tutto!!!" eh eh.

Allora: primavera, estate.. i trogoli e altri piccoli ricordi.. ma quello su cui mi sono focalizzato spuntava timido dietro i rami di un albero di noce rinsecchiti dall'inverno: un fienile!

Porca miseria.. il fienile! Ora nel pieno del flusso dei ricordi, non esiterei un attimo ad assurgerlo ad emblema della felicità puerile.
E dire che erano sfuggiti per anni dal mio immaginario! Avevo altri fotogrammi che spesso facevano capolino tra la cornea e l'iride dei miei occhi, ma i fienili..non c'erano o perlomeno passavano quasi inosservati... chissà perchè!

Ricordo la fine di ogni estate, le lunghe estati di quando si hanno 7, 9 , 11 anni.. i fienili si riempivano d'erba fino al colmo e, malgrado i litigi con i contadini, io c'ero sempre dentro.
Era sempre un casino riuscire a salire perchè l'erba veniva compressa a formare un muro all'entrata e se provavi a scalare, l'erba si sfilava e inevitabilmente ruzzolavi per terra.
Il difficile allora era entrare, ma quando eri dentro.. non saresti piu' uscito..Montagne d'erba dove scavare tane, cunicoli e saltare dall'alto dei cumuli più elevati senza farti nulla all'atterraggio...le balle di fieno con cui seppellivi i tuoi amici e ti facevi sepellire con finte e giocose incazzature!
Da piccolo vedevo appartenere quei luoghi ad una dimensione diversa..e forse lo erano realmente considerando che ora, ticchettando sulla tastiera, la sensazione non è quella di essere qui, nella mia stanza, ora.. ma in un pagliaio, 25 anni fa.

Ciao!

venerdì 10 febbraio 2006

Riflessi


Le cose semplici sono quelle che piu' spesso riescono a rendere felici le persone.
Dico felici, non contente.. la contentezza è effimera, la felicità è profonda e come tale deve essere comprensibile da ogni più piccola parte del nostro corpo.
Più la felicità arriva da una cosa semplice, più riesce a seguire il flusso della nostra linfa, più si mescola col nostro sangue e ad ogni battito del cuore va a toccare le più piccole parti del nostro corpo. Per questo i ventricoli e gli atrii dell'apparato cardiaco, inconsciamente ma con sapienza, quando siamo nel bel mezzo di qualche situazione che ci rende felici, aumentano il loro lavoro.
Allora noi in quel momento siamo bambini, siamo coloro che senza pensare hanno capito il mistero della trinità (come disse Benigni nel suo più bel spettacolo in RAI), siamo quelli che hanno capito come mai i pianeti e le stelle ci girano attorno e di tutti gli altri perchè possano esserci ci sembra poterne quasi sfiorare le risposte con le dita... perchè.. quella è la felicità!
Sarebbe troppo se dicessi che in quel momento riusciamo ad arrivare all'anello mancante dell'universo, che ad E. Montale, sembrava di intravedere contemplando i limoni delle 5terre, o che potessimo avere la soluzione di qualche equazione che risolva i problemi del mondo..ma di sicuro arriviamo ad avere una coscienza di quello che è attorno a noi maggiore che in ogni altro momento.
Ecco.. i riflessi sono questi..i riflessi sono i bagliori di luce che arrivano a noi filtrati dal nostro stato d'animo.. e più il nostro animo è trasparente per accettare la felicità.. più i riflessi scendono nel profondo insieme ad essa.
Mi viene, ora da pensare ad un dilemma che mi ponevo qualche anno fa.. qualche è dir poco.. avevo almeno la metà degli anni che ho adesso..pero' il dilemma è universale: E' meglio amare od essere amati?
Chi vuol essere generoso direbbe Amare.. chi è un po' piu' egoista.. o stupido.. amato.
Chi vuole scavalcare un po' la domanda direbbe che il massimo è amare ed essere amato (ma guarda!!)
Sto arrivando alla conclusione che quello che importa alla fine è il riflesso.
Il riflesso di quello che tu stai provando, negli occhi dell'altro/a. In quel modo non ci sono più dubbi, tutte le canzoni, tutti i romanzi, le poesie, le nostre idee, che hanno fatto parte della nostra vita, sono condensate in quello sguardo insieme a quelle dell'altro/a.
Non c'è più l'amare o l'essere amati, c'è l'Amore.. nella sua forma di riflesso negli occhi.

Saluti.

Lu

giovedì 9 febbraio 2006

Parole

Parole... tutto sommato quello che posso aggiungere a questo, pur simpatico, antro elettronico, sono parole.
Non che le disdegni, anzi, sono un ottimo mezzo per descrivere ciò che parola non è e sicuramente anche il mezzo, in questo caso, può lui stesso essere interpretato da altre parole....Ma parole rimangono!
Quante volte abbiamo avuto la sensazione che quello che stavamo dicendo in un determinato momento fosse vecchio, fosse già uscito dalla nostra bocca migliaia di volte, quindi già stantio alla nascita?
Bene .. io quella sensazione ce l'ho spesso, specie quando quello che capita nella mia testa lo sento davvero come qualcosa di nuovo e grande, ma la parola che lo descrive è la stessa che ho usato migliaia di volte per qualcos’altro... senti di avere sprecato per una vita quella parola e vorresti inventarne un'altra con un valore più alto.
Un’emozione o un pensiero non sono mai gli stessi di quelli che, a volte, ci sembra di aver provato nel passato. Non fosse per altro, ad esempio per il tempo diverso o per le cose che sono successe nella nostra vita nel frattempo, che sicuramente hanno un po’ cambiato alcuni punti nella nostra testa.
Bene, allora in questo blog leggerete cose già scritte e sentite, vedrete immagini simili a molte altre, colori e sapori che non hanno nulla di innovativo.. ma voi.. prendeteli un po’ come delle coordinate cartesiane, in questo modo noterete che individueranno solamente un punto dell’universo, un punto che, in questo momento, nella penombra della sua stanza, sta terminando di editare il suo primo post! (..post?..)

Saluto tutti! (..e due!)