Per tutti quelli che, fermandosi a contemplare il tramonto per quei cinque minuti da quando il sole inizia a toccare l'acqua a quando scompare completamente, sono riusciti, anche solo che per un attimo, a sentire il ribollire del mare all'orizzonte.
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mercoledì 11 luglio 2012

El Camino de Santiago Parte Terza


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El Camino de Santiago Parte Terza

Secondo giorno di viaggio
Cirauqui - Santo Domingo de la Calzada


14 giugno 2010

Il giorno dopo sveglia attorno alle 6,30. Faccio colazione nel baretto dell’hostal per 3€ con latte-e-caffè e torta della casa. C’è un po’ di gente, anche 2 messicani che però non hanno accento (o quasi). Il ragazzo del bar dice di aver fatto il cammino in bici l’anno prima e di trovarsi bene a fare l’hospitalero in quel luogo sperduto e, a quanto pare, popolato da vipere.
Ponte Romano - Cirauqui
Parto, dimentico la borraccia nera sul muretto davanti all’hostal e vado in direzione di Estella (Lizarra in basco-navarrese). Uscendo dal paese si passa per una "calzada" romana e si attraversa un ponte, sempre di epoca romana, un po’ distrutto e con gli scaloni rotti. Lì c’è una cino-giapponese ed in inglese le do queste nozioni di alta cultura classica, anche la sua reazione è stata classica-orientale, ha iniziato a far foto a raffica al ponte. In questo punto il Camino è un po' dispersivo e per eccesso di zelo, salto un'indicazione e passo per uno sterrato che mi porta in mezzo ai vigneti e mi fa allungare un po' il percorso. Fortunatamente mi butto in un discesone ed inizio a rivedere las flechas amarillas che indicano il percorso giusto. Proseguo e vedo piuttosto di fretta i paesetti che seguono perché il mio compito è quello di arrivare a Estella e sostituire il copertone. Ma quando arrivo è un po’ presto ed aspetto che aprano i negozi girando a casaccio. Alla fine il ciclico che è segnato nel foglio degli Amici del Pellegrino di SJPdP è chiuso da molto tempo. Un altro, poco più avanti, è chiuso anche lui, ma, fortunatamente, uscendo dal paese ne trovo uno aperto, compro copertone, camera d’aria e una bottiglietta d’olio. Faccio il cambio (mettendo il copertone che era davanti, dietro e quello che ho comprato, da passeggio, davanti)  e riparto. Sono le 10 e qualche minuto.
Nel frattempo ho avuto modo di vedere Estella, che si rivela un paesotto piuttosto interessante, ricco di storia e delle sue tracce lasciate nei secoli... Ponti, chiese, quartieri antichi, strade lastricate, collegiate... E chi più ne ha, più ne metta!
Estella - Iglesia del S. Sepulcro
Riparto in direzione Logroño, dove sarei voluto arrivare il primo giorno, se non mi si fosse tagliato il copertone. Ma anche ora ho i miei problemi a raggiungerla. Infatti, per recuperare il tempo perduto con la ruota, decido di fare un bel pezzo per carretera (o strada provinciale), e a parte il monastero di Iratxe poco distante da Estella, con annessa la simpatica fontana da cui fuoriesce vino (da cui purtroppo non bevo per motivi interiori…!) e un’occhiatina a Los Arcos, dove la carretera si incontrava di nuovo col cammino, decido (confortato dalla cartellonistica) di prendere una strada che scende un po’ verso sud (anche se l’un po’ è solo nella mia testa), saltando la parte del Camino che passa per Viana. Così facendo allungo la strada di una 15na di chilometri, o almeno ho quell’impressione... Tuttavia passo per delle belle zone con ampi vigneti (benché la vinosa Rioja inizi poco prima di entrare a Logroño) ed immense tenute. Comunque il mio pensiero verte sul fatto che questo mio viaggio lo faccio nella completa libertà, non ho scadenze, né mete quotidiane. Mi muove solo la voglia di vedere cose nuove in autonomia, contando sulle mie esigue forze da povero essere umano e sulla mia volontà di andare avanti. Forse per me sono più le variazioni sul tema ad avere significato che il cammino canonizzato, anche perché ognuno ha il proprio camino, come dicono qui i miei compagni di viaggio sconosciuti, coi quali sento di condividere soprattutto l’idealità della ricerca. Anche se ci divide un po' il "cosa" della ricerca.
Ponte di Pietra di Logroño
Entro a Logroño passando per un bel ponte dove c’è un ufficio informazioni per i pellegrini e dove prendo mappe della città e della Rioja. Logroño la vedo un po’ di fretta. Vado alla Cattedrale nella Piazza del Mercato, La Iglesia de S. Maria de Palacio (dall’esterno) e qualcosa d’altro, così di sfuggita. Poi esco dal centro storico e mi ritrovo in una piazza con fontana e palazzi moderni tutto attorno, vedo un ristorante della catena Crunch e mi ci infilo. Metto la bici dentro e mangio per 8,95 euro (insalata mista di primo, svizzera enorme + uovo al tegamino + verdura alla griglia + patate fritte di secondo, torta al formaggio + panna + sciroppo di lampone come dolce + PepsiCola).
Finito di mangiare riparto e da buon pellegrino seguo le frecce che mi fanno uscire dalla città. Il tracciato mi fa passare per un parco verdissimo dove, tra gli altri, incontro un pellegrino italiano che assomiglia un po’ a De Gregori da giovane. Faccio 4 chiacchiere con lui e riparto. In poco lascio il parco per entrare in un altro dall’aria più campestre; si passa per stradoni sterrati con cipressi e campi al lato, per arrivare fino ad un laghetto con pescatori e ponticelli di legno che attraversano gli immissari.
Najera
Passo per alcuni paesi: Navarrete, vedo i resti dell’hospital di S. Juan de Acre, Najera, Azofra e mi fermo a dormire a S. Domingo de la Calzada, donde cantó la gallina después de asada (...storia lunga e triste!) Najera è piuttosto bella, si può intendere che in passato sia stata la capitale della Rioja. Ha un fiume con un parchetto verde sugli argini, un bel ponticello ma soprattutto è piuttosto pulita e ben articolata. Prima di uscire dalla città vedo la collegiata di S. Maria la Real.
Mi avventuro per un cammino un po’ pietroso e dalle tonalità argillose, che parte salendo molto e che poi esce in un vallone verde intenso quasi disabitato.
Praterie Tra Najera e Santo Domingo de la Calzada
Si passa Azofra e dopo un po' di salita arrivo in un paesotto che sembra nato attorno ad un campo da golf. Chiedo a due anzianotti se dista tanto Santo Domingo de la Calzada e mi dicono che  non è lontanissimo ed è tutta discesa. Mi metto la giacca a vento perché inizia a fare un po' freschino, soprattutto per la discesa e dopo qualche km si arriva alla conclusione della mia pedalata odierna. La giornata è stata un po’ nuvolosetta.
Entro a Santo Domingo percorrendo la via centrale. Vorrei visitare la cattedrale per vedere niente-poco-di-meno-chè il Pollaio Gotico, con 2 galline vive, ma l’entrata in chiesa costa 3€ e da buon genovese mi rifiuto.
Giro un po’ per il paese. In un supermercato compro del batido di cioccolato, una mela, qualche biscotto e della gazzosa (proprio come oggi, quando scrivo, a parte la mela).
Santo Domingo de la Calzada
Dormo nel monastero dell’Annunciazione x 5€. Mi doccio e lavo un po’ di indumenti. Nel salone con il camino fortunatamente acceso (sono giorni di freddo porco!) stendo un po’ di cose e mi siedo in una delle lunghe tavolate semivuote. Mangio i biscotti con 2 dei 3 cartoncini di batido e nel frattempo scrivo anche un po' di questo diario di bordo. Poi verso le 10 vado a letto, ma dormo un po’ così... La gente russa parecchio, ma mi riposo abbastanza per affrontare la lunga giornata che mi attende.

(Segue nei prossimi giorni)

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