El Camino de Santiago Parte Terza
El Camino de Santiago Parte Terza
Secondo giorno di viaggio
Cirauqui - Santo Domingo de la Calzada
14 giugno 2010
Il giorno dopo sveglia attorno alle 6,30. Faccio colazione
nel baretto dell’hostal per 3€ con latte-e-caffè e torta della casa. C’è un po’
di gente, anche 2 messicani che però non hanno accento (o quasi). Il ragazzo
del bar dice di aver fatto il cammino in bici l’anno prima e di trovarsi bene a
fare l’hospitalero in quel luogo sperduto e, a quanto pare, popolato da vipere.
Parto, dimentico la borraccia nera sul muretto davanti all’hostal e vado in
direzione di Estella (Lizarra in basco-navarrese). Uscendo dal paese si passa per una
"calzada" romana e si attraversa un ponte, sempre di epoca romana, un
po’ distrutto e con gli scaloni rotti. Lì c’è una cino-giapponese ed in inglese
le do queste nozioni di alta cultura classica, anche la sua reazione è stata
classica-orientale, ha iniziato a far foto a raffica al ponte. In questo punto
il Camino è un po' dispersivo e per eccesso di zelo, salto un'indicazione e
passo per uno sterrato che mi porta in mezzo ai vigneti e mi fa allungare un
po' il percorso. Fortunatamente mi butto in un discesone ed inizio a rivedere las
flechas amarillas che indicano il percorso giusto. Proseguo e vedo
piuttosto di fretta i paesetti che seguono perché il mio compito è quello di
arrivare a Estella e sostituire il copertone. Ma quando arrivo è un po’ presto
ed aspetto che aprano i negozi girando a casaccio. Alla fine il ciclico che è
segnato nel foglio degli Amici del Pellegrino di SJPdP è chiuso da molto tempo.
Un altro, poco più avanti, è chiuso anche lui, ma, fortunatamente, uscendo dal
paese ne trovo uno aperto, compro copertone, camera d’aria e una bottiglietta
d’olio. Faccio il cambio (mettendo il copertone che era davanti, dietro e
quello che ho comprato, da passeggio, davanti) e riparto. Sono le 10 e qualche minuto.
Nel frattempo ho avuto modo di vedere Estella, che si rivela un paesotto piuttosto interessante, ricco di storia e delle sue tracce lasciate nei secoli... Ponti, chiese, quartieri antichi, strade lastricate, collegiate... E chi più ne ha, più ne metta!
Riparto in direzione Logroño, dove sarei voluto arrivare il primo giorno, se
non mi si fosse tagliato il copertone. Ma anche ora ho i miei problemi a
raggiungerla. Infatti, per recuperare il tempo perduto con la ruota, decido di
fare un bel pezzo per carretera (o strada provinciale), e a parte il
monastero di Iratxe poco distante da Estella, con annessa la simpatica fontana
da cui fuoriesce vino (da cui purtroppo non bevo per motivi interiori…!) e
un’occhiatina a Los Arcos, dove la carretera si incontrava di nuovo col
cammino, decido (confortato dalla cartellonistica) di prendere una strada che
scende un po’ verso sud (anche se l’un po’ è solo nella mia testa), saltando la
parte del Camino che passa per Viana. Così facendo allungo la strada di una
15na di chilometri, o almeno ho quell’impressione... Tuttavia passo per delle
belle zone con ampi vigneti (benché la vinosa Rioja inizi poco prima di entrare
a Logroño) ed immense tenute. Comunque il mio pensiero verte sul fatto che
questo mio viaggio lo faccio nella completa libertà, non ho scadenze, né mete
quotidiane. Mi muove solo la voglia di vedere cose nuove in autonomia, contando
sulle mie esigue forze da povero essere umano e sulla mia volontà di andare avanti. Forse per me sono più le
variazioni sul tema ad avere significato che il cammino canonizzato, anche
perché ognuno ha il proprio camino, come dicono qui i miei compagni di viaggio
sconosciuti, coi quali sento di condividere soprattutto l’idealità della ricerca. Anche se ci divide un po' il "cosa" della ricerca.
Ponte Romano - Cirauqui |
Nel frattempo ho avuto modo di vedere Estella, che si rivela un paesotto piuttosto interessante, ricco di storia e delle sue tracce lasciate nei secoli... Ponti, chiese, quartieri antichi, strade lastricate, collegiate... E chi più ne ha, più ne metta!
Estella - Iglesia del S. Sepulcro |
Ponte di Pietra di Logroño |
Finito di mangiare riparto e da buon pellegrino seguo le
frecce che mi fanno uscire dalla città. Il tracciato mi fa passare per un parco
verdissimo dove, tra gli altri, incontro un pellegrino italiano che assomiglia
un po’ a De Gregori da giovane. Faccio 4 chiacchiere con lui e riparto. In poco
lascio il parco per entrare in un altro dall’aria più campestre; si passa per
stradoni sterrati con cipressi e campi al lato, per arrivare fino ad un
laghetto con pescatori e ponticelli di legno che attraversano gli immissari.
Passo per alcuni paesi: Navarrete, vedo i resti dell’hospital di S. Juan de
Acre, Najera, Azofra e mi fermo a dormire a S. Domingo de la Calzada, donde cantó
la gallina después de asada (...storia lunga e triste!) Najera è piuttosto
bella, si può intendere che in passato sia stata la capitale della Rioja. Ha un
fiume con un parchetto verde sugli argini, un bel ponticello ma soprattutto è
piuttosto pulita e ben articolata. Prima di uscire dalla città vedo la
collegiata di S. Maria la Real.
Mi avventuro per un cammino un po’ pietroso e dalle tonalità argillose, che parte salendo molto e che poi esce in un vallone verde intenso quasi disabitato.
Si passa Azofra e dopo un po' di salita arrivo in un paesotto che sembra nato
attorno ad un campo da golf. Chiedo a due anzianotti se dista tanto Santo
Domingo de la Calzada e mi dicono che
non è lontanissimo ed è tutta discesa. Mi metto la giacca a vento perché
inizia a fare un po' freschino, soprattutto per la discesa e dopo qualche km si
arriva alla conclusione della mia pedalata odierna. La giornata è stata un po’
nuvolosetta.
Entro a Santo Domingo percorrendo la via centrale. Vorrei visitare la cattedrale per vedere niente-poco-di-meno-chè il Pollaio Gotico, con 2 galline vive, ma l’entrata in chiesa costa 3€ e da buon genovese mi rifiuto.
Najera |
Mi avventuro per un cammino un po’ pietroso e dalle tonalità argillose, che parte salendo molto e che poi esce in un vallone verde intenso quasi disabitato.
Praterie Tra Najera e Santo Domingo de la Calzada |
Entro a Santo Domingo percorrendo la via centrale. Vorrei visitare la cattedrale per vedere niente-poco-di-meno-chè il Pollaio Gotico, con 2 galline vive, ma l’entrata in chiesa costa 3€ e da buon genovese mi rifiuto.
Giro un po’ per il paese. In un supermercato compro del
batido di cioccolato, una mela, qualche biscotto e della gazzosa (proprio come
oggi, quando scrivo, a parte la mela).
Dormo nel monastero dell’Annunciazione x 5€. Mi doccio e lavo un po’ di
indumenti. Nel salone con il camino fortunatamente acceso (sono giorni di
freddo porco!) stendo un po’ di cose e mi siedo in una delle lunghe tavolate
semivuote. Mangio i biscotti con 2 dei 3 cartoncini di batido e nel frattempo
scrivo anche un po' di questo diario di bordo. Poi verso le 10 vado a letto, ma
dormo un po’ così... La gente russa parecchio, ma mi riposo abbastanza per
affrontare la lunga giornata che mi attende.
(Segue nei prossimi giorni)
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Santo Domingo de la Calzada |
(Segue nei prossimi giorni)
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